Monday, July 08, 2013

Criptozoologia delle conferenze internazionali (Computer Science)

Come già postato su Facebook ai miei amici lo ripubblico qui:

(credit del titolo ad Antonio Pintus)



Le conferenze internazionali nel settore Internet/Computer Science sono un interessante ecosistema in cui prevalentemente si muovono molti nerd, qualche geek, e pochissime donne. A parte questa classificazione molto generale si possono distinguere alcune interessanti sottospecie:

il linuxiano: il linuxiano è un convinto promotore del software libero e non usa altro che software free per tutto il suo lavoro. Normalmente si scontra con la dura realtà dei driver. Il suo ubuntu non gli consente di collegarsi al proiettore, allora chiede in prestito al chair un laptop windows o mac dove con una pennina usb copia la sua presentazione fatta ovviamente con libreoffice che naturalmente non trova installato, e come minimo deve scalare dalla presentazione interattiva ad un semplice pdf e nei casi più gravi la sua pennina è formattata con algoritmi esoterici e non viene riconosciuta.

il maturo: il maturo è un uomo di circa 50-55 anni distinto e ben vestito contrariamente alla media dei partecipanti che sono vestiti con pantalone di panno color anonimo, camicia a quadri e le collage (fanno eccezione i geek con maglietta spiritosa, pizzetto e orecchino). Spesso viene dai settori ricerca e sviluppo delle imprese private e non dalle università poiché queste ultime hanno a disposizione giovani dottorandi e post doc da inviare come carne da cannone alle numerose conferenze in cui il mega prof mette solo la firma sugli atti a stampa.

l'ansioso: l'ansioso è in genere un giovane ricercatore alle prime armi, non si azzarda mai a fare domande perché ha paura che tutti si girino a guardare con l'espressione di "ma che diamine stai dicendo?". Quando sale sul palco a parlare si porta dei fogli scarabocchiati per leggere le parti che non ricorda (cioè tutte) e in genere impiega parecchio prima di riuscire a far partire la presentazione, quasi quanto il linuxiano, ma per motivi diversi.

il pomeridiano: gli organizzatori tendono a programmare le relazioni più interessanti nella mattina, prima le migliori e poi a scalare. Quelle accettate un po' per pietà finiscono nel dopo pranzo e i relatori devono fare i conti con la tristezza di una sala semivuota in cui tutti i partecipanti stanno facendo altro sul loro laptop e non hanno nessun interesse in quel che viene spiegato. A volte è una fortuna anche per i relatori che non ricevono quasi mai domande cattive.

il geek: il geek è un intruso in mezzo ai nerd, ne condivide in parte il vocabolario, anche se non ne capisce completamente il significato. Partecipa solo per dovere, altrimenti andrebbe ad un convegno su moda e social media. Il geek sfoggia sempre un mac, veste in modo più ricercato ha uno zainetto al posto della valigetta da ingegnere e le sue presentazioni fatte con keynote sono sempre più belline perché la grafica con il mac si sa che viene meglio. Il geek è sempre spigliato e più social del nerd, difficilmente rimane da solo a bere un caffè fissando una colonna ed in genere non si impappina più di tanto quando parla in inglese.

quello della sicurezza: in tutte le conferenze internet che si rispettano i relatori sfoggiano idee che vanno dallo strampalato al normale e fino all'avveniristico. Software per astronavi, sensori nel cervello delle mucche, etc. sono mostrati come a dire "avete visto, mica ci avevate pensato". Per quanto possa essere figa una tecnologia ICT presentata ci sarà sempre uno che si alzerà e vi domanderà "ma la sicurezza? e la privacy? ci avete pensato? come la proteggete?"

il chair timido: il chair di una sessione ha l'ingrato compito di presentare i relatori, di far rispettare i tempi, e purtroppo per lui ... seguire le relazioni. Non può distrarsi con facebook o con Ruzzle. Una legge non scritta vuole che alla fine di una relazione noiosa o troppo dura da capire laddove nessuno osa alzare la mano debba essere il chair a fare una domanda. Nessun relatore può andar via senza almeno una domanda, poiché tornato a casa potrà dire che gli sono state rivolte domande e alla richiesta di precisazioni potrà rispondere senza mentire "qualche domanda, non ricordo quante, meno di dieci". Il chair è dunque una figura essenziale e deve incutere timore ed esprimere prestigio. Purtroppo essendo il chair spesso un nerd come gli altri soffre di alcune sindromi come l'incapacità di farsi notare. Ciò e specialmente grave quando la relazione va avanti oltre il tempo stabilito. Il chair timido non riesce a far vedere il suo fogliettino con la scritta "time over" al relatore, non osa alzare la voce perché non gli è connaturato e naturalmente non si sbraccia perché chissà cosa potrebbero pensare gli altri. A causa di ciò alcuni relatori petulanti sforano di 15 minuti senza problemi.

Sunday, August 29, 2010

Camper: diario di bordo Spagna orientale 2010

Vista l'opportunità data dal traghetto Grimaldi che collega P. Torres a Barcellona quest'anno abbiamo deciso di andare in Spagna con il nostro camper.

Il mezzo:

Camper Furgonato SafariWays del 1985 su meccanica Iveco Daily 35.8. Vecchio ma valoroso. Quest'anno ulteriormente "potenziato" con letto a castello posteriore autocostruito per reggere l'urto di due bambini camperisti per un 'a letto' veloce quando serve.


Il percorso

Cagliari, Porto Torres, Barcellona, Tarragona, Salou, Amposta, Valencia, Denia, Alicante, Peniscola, Tortosa, Amtella de Mar, Barcellona, Porto Torres, Cagliari.

Il percorso iniziale doveva comprendere anche Saragoza, Cartagena e Granada, ma a causa di acciacchetti, febbrine, e malesseri vari che ci hanno un po' rallentato abbiamo dovuto rivedere i piani.

in cifre:
19 giorni, 1900 Km
di strada, 200 Eur di Gasolio, 600 Eur in campeggi/soste

da non perdere:
Barcellona e Tarragona

da perdere:
Un po' delusi da Alicante.







Conclusioni


Il clima si è rivelato caldo specialmente nella parte Valenciana (oltre 40°C) però ci siamo beccati anche dei grossi acquazzoni a Barcellona.

Poche zanzare nel nostro viaggio, per fortuna, ma chissà quali insetticidi hanno dato in giro.

Delusi dalle spiagge (siamo sardi) spesso artificiali e con acqua torbida.

Imbarco: grossa nota dolente. La segnaletica del porto di Barcellona è fuorviante e può essere causa di smarrimenti e disagi. L'imbarco si è rivelato molto complicato, lungo, e in generale e apparso male organizzato.

Sanità: portatevi la tessera sanitaria, quella delle comunità europee, che in Sardegna hanno distribuito qualche anno fa. Permette di accedere al servizio sanitario spagnolo gratuitamente almeno per visite e controlli.

Internet: per non pagare tipo 5 EUR a pagina web con operatori italiani in roaming ho deciso di comprare una SIM spagnola. La cosa non è stata immediata, in pratica l'unico operatore che consente piani tariffari per internet con prepagato è Yoigo. Le tariffe non sono esaltanti però: 3 EUR al giorno. Insomma meglio che niente.

Strade: ben tenute, le autostrade si pagano e parecchio. Purtroppo spesso si trovano TIR anche nelle strade nazionali (forse ci vanno per evitare il pedaggio). Attenzione nei centri abitati ai dossi dissuasori, sono devastanti per un camper a pieno carico.

A Barcellona abbiamo in due circostanze parcheggiato (brevi soste) per strada, altri camperisti ci hanno detto che abbiamo rischiato in quanto i camper non possono parcheggiare se non in 2-3 appositi parcheggi. Buono a sapersi per la prossima volta.

In Spagna a quanto pare ci sono poche aree attrezzate per i camper. Questo impone la sosta in campeggio. Nei pressi di Barcellona può essere antipatico cercare ma non trovare posto in campeggio. La nostra prima notte l'abbiamo trascorsa in sosta 'selvaggia' davanti al cimitero di El Masnou (piccolo centro vicino a Barcellona)

Menzioni d'onore ai campeggi "Tres Estrellas" a Gava (Barcellona) per la splendida piscina e per la bella spiaggia, e al campeggio "Costa Blanca" di El Campello (Alicante) per la gentilezza del personale.

Wednesday, April 28, 2010

Singolarità della comunicazione nell'era del web of things.




A seguito dell'incontro 3rdwave svoltosi a Pula e dopo aver sedimentato alcuni anni di studi e ricerche nel campo delle reti sociali, delle reti di sensori e delle reti e basta, riassumo e completo una considerazione già fatta nel 2007 su come la comunicazione verbale nella sua forma scritta, e quindi permanente, si sia evoluta con una rapidità esponenziale.

L'uomo e' comparso sulla terra circa 1 milione di anni fa. In tutto questo tempo solo negli ultimi 5-6 mila anni l'uomo ha imparato a scrivere. Con la scrittura e' nata la storia, tutto quello che viene prima infatti si chiama preistoria. In proporzione 99.5% preistoria 0.5% storia.

Solo negli ultimi 500 anni circa l'uomo ha imparato a meccanizzare parzialmente la scrittura con la macchina per la stampa di Gutemberg, e si stampavano solo cose abbastanza importanti come la Bibbia e le opere di Shakespire.

Bisogna aspettare gli ultimi 100 anni per la diffusione su una scala più vasta della scrittura tramite l'alfabetizzazione di massa, la diffusione dei quotidiani e la stampa industriale dei libri. Questo permette anche alla scrittura di cambiare stile. Più romanzi e più saggi su tutti gli argomenti.


Solo negli ultimi 40 anni la scrittura ha colto come vettore la trasmissione dell'informazione nelle reti, ma se vogliamo essere onesti solo negli ultimi 10 anni un numero decente di lettori ha potuto accedere all'informazione tramite scrittura virtualizzata attaverso la rete. Anche la scrittura per usi personali è cambiata molto: email al posto delle lettere, sms al posto dei telegrammi. Sempre piu' sintetici anche qui. Un nuovo stile anche in questo campo.

Solo negli ultimi 5 anni circa la scrittura/lettura nel web si e' trasformata ed i lettori sono diventati scrittori o meglio blogger.

Ognuno di questi cambiamenti rappresenta un'epoca nella storia della scrittura, ed ognuno di questi ha richiesto un tempo esponezialmente via via più piccolo per accadere. Se analizziamo in dettaglio ancora maggiore il fenomeno del blogging questo si è evoluto in modo abbastanza importante dalla sua nascita. Ho già avuto modo di dire in passato che, a parte una fase iniziale di costituzione in cui i primi blogger hanno cominciato a popolare il pianeta, il paradigma tutti-scrivono-tutti-leggono ha funzionato in modo paritario per ben poco tempo. Quando i blogger sono diventati milioni è apparso evidente (almeno a me) che la Blogosfera non è una sfera, ma piuttosto una piramide.
I blog in pratica non sono democratici o perlomeno non sono paritari. Ogni blogger raccoglie intorno a sé una comunità di lettori e tale comunità costituisce un potere: grande comunità grande potere. I blogger con migliaia di lettori hanno una grande influenza e rappresentano un canale comunicativo.

Un blogger con pochi lettori sono come un canale strozzato. Perché certi blogger abbiano molti utenti e perché altri non ne abbiano è un argomento complicato e dipende da una grande serie di fattori e non c'entra niente la qualità e l'importanza di ciò che uno scrive. Sta di fatto che il blogging oggi dà a tutti la possibilità di scrivere un'opinione ma questa è una possibilità tecnica ma non pratica dato che scrivere le proprie idee non serve a niente se nessuno le legge. Ma la rete non si ferma, ed ecco che nasce e cresce il web sociale che schiaccia la piramide. Se nessuno legge il mio blog non c'è problema, smetto di scrivere su un blog morto e scrivo sul mio Facebook, così almeno i miei 50, 100, o 1000 amici potranno/dovranno leggermi. Certo cambia il formato, si passa dai post di 50 righe a quelli di una due righe. Si passa dal blogging al microblogging. Twitter è la forma palese di questo concetto, post di 140 caratteri diffusi ai miei followers come minimo e a tutti gli altri se capita. Ma se twitter incarna il microblogging, cosa incarnerà il nano ed il pico blogging??
Cosa succedera' dunque nel futuro? Secondo questo andamento, le prossime innovazioni epocali della scrittura dovrebbero avvenire nel giro dei mesi e poi dei giorni ... e poi delle ore. Stiamo assistendo alla fine della scrittura? Il collasso verso il big-crunch finale? E qui si agganciano le reti di sensori ed il web of things. Nel futuro trilioni di oggetti che si connettono, scambiano dati, misurano noi e le nostre attività umane oltreché qualunque variabile ambientale. Abbiamo già visto la nascita di oggetti e applicazioni nuove che trasformano le attività umane, anche le più personali, in informazione da condividere in modo sociale. Così la bilancia che avvisa i nostri amici se stiamo seguendo la dieta, o il bracciale che mette online i dati dei nostri allenamenti sono le nuove sorgenti con cui i nostri dati fisici quotidiani diventeranno il nanoblog non verbale e condiviso con i nostri amici? Leggere da 1000 fonti ci stanca, allora meglio vedere un'immagine e cogliere una suggestione. L'essere umano è sempre lo stesso, ed il suo cervello è grosso modo un monoprocessore diviso tra mille flussi che chiedono attenzione, sempre più capace di riconoscere e associare e sempre meno capace di memorizzare ed elaborare. Ma l'informazione non è una mera forma di energia su uno schermo, l'informazione una volta entrata nella nostra testa diventa emozione, e l'emozione deve essere scaricata ed espressa o rimane dentro e ci consuma. Qui ci si può dividere tra neo-luddisti e innovazionisti o meglio unirsi con intelligenza per capire quanto e come questa nuova e inevitabile moltiplicazione per 10 dell'informazione deve impattare sulle nostre vite. L'informazione senza una conseguente utilizzazione o decisione è inutile o forse perfino dannosa. Ci sono nuove necessità, e quindi opportunità per chi fa ricerca e chi fa impresa, di organizzare, filtrare, personalizzare, aggregare, visualizzare ed estrarre dal rumore il significato ed il contenuto.

Thursday, September 24, 2009