Wednesday, April 28, 2010

Singolarità della comunicazione nell'era del web of things.




A seguito dell'incontro 3rdwave svoltosi a Pula e dopo aver sedimentato alcuni anni di studi e ricerche nel campo delle reti sociali, delle reti di sensori e delle reti e basta, riassumo e completo una considerazione già fatta nel 2007 su come la comunicazione verbale nella sua forma scritta, e quindi permanente, si sia evoluta con una rapidità esponenziale.

L'uomo e' comparso sulla terra circa 1 milione di anni fa. In tutto questo tempo solo negli ultimi 5-6 mila anni l'uomo ha imparato a scrivere. Con la scrittura e' nata la storia, tutto quello che viene prima infatti si chiama preistoria. In proporzione 99.5% preistoria 0.5% storia.

Solo negli ultimi 500 anni circa l'uomo ha imparato a meccanizzare parzialmente la scrittura con la macchina per la stampa di Gutemberg, e si stampavano solo cose abbastanza importanti come la Bibbia e le opere di Shakespire.

Bisogna aspettare gli ultimi 100 anni per la diffusione su una scala più vasta della scrittura tramite l'alfabetizzazione di massa, la diffusione dei quotidiani e la stampa industriale dei libri. Questo permette anche alla scrittura di cambiare stile. Più romanzi e più saggi su tutti gli argomenti.


Solo negli ultimi 40 anni la scrittura ha colto come vettore la trasmissione dell'informazione nelle reti, ma se vogliamo essere onesti solo negli ultimi 10 anni un numero decente di lettori ha potuto accedere all'informazione tramite scrittura virtualizzata attaverso la rete. Anche la scrittura per usi personali è cambiata molto: email al posto delle lettere, sms al posto dei telegrammi. Sempre piu' sintetici anche qui. Un nuovo stile anche in questo campo.

Solo negli ultimi 5 anni circa la scrittura/lettura nel web si e' trasformata ed i lettori sono diventati scrittori o meglio blogger.

Ognuno di questi cambiamenti rappresenta un'epoca nella storia della scrittura, ed ognuno di questi ha richiesto un tempo esponezialmente via via più piccolo per accadere. Se analizziamo in dettaglio ancora maggiore il fenomeno del blogging questo si è evoluto in modo abbastanza importante dalla sua nascita. Ho già avuto modo di dire in passato che, a parte una fase iniziale di costituzione in cui i primi blogger hanno cominciato a popolare il pianeta, il paradigma tutti-scrivono-tutti-leggono ha funzionato in modo paritario per ben poco tempo. Quando i blogger sono diventati milioni è apparso evidente (almeno a me) che la Blogosfera non è una sfera, ma piuttosto una piramide.
I blog in pratica non sono democratici o perlomeno non sono paritari. Ogni blogger raccoglie intorno a sé una comunità di lettori e tale comunità costituisce un potere: grande comunità grande potere. I blogger con migliaia di lettori hanno una grande influenza e rappresentano un canale comunicativo.

Un blogger con pochi lettori sono come un canale strozzato. Perché certi blogger abbiano molti utenti e perché altri non ne abbiano è un argomento complicato e dipende da una grande serie di fattori e non c'entra niente la qualità e l'importanza di ciò che uno scrive. Sta di fatto che il blogging oggi dà a tutti la possibilità di scrivere un'opinione ma questa è una possibilità tecnica ma non pratica dato che scrivere le proprie idee non serve a niente se nessuno le legge. Ma la rete non si ferma, ed ecco che nasce e cresce il web sociale che schiaccia la piramide. Se nessuno legge il mio blog non c'è problema, smetto di scrivere su un blog morto e scrivo sul mio Facebook, così almeno i miei 50, 100, o 1000 amici potranno/dovranno leggermi. Certo cambia il formato, si passa dai post di 50 righe a quelli di una due righe. Si passa dal blogging al microblogging. Twitter è la forma palese di questo concetto, post di 140 caratteri diffusi ai miei followers come minimo e a tutti gli altri se capita. Ma se twitter incarna il microblogging, cosa incarnerà il nano ed il pico blogging??
Cosa succedera' dunque nel futuro? Secondo questo andamento, le prossime innovazioni epocali della scrittura dovrebbero avvenire nel giro dei mesi e poi dei giorni ... e poi delle ore. Stiamo assistendo alla fine della scrittura? Il collasso verso il big-crunch finale? E qui si agganciano le reti di sensori ed il web of things. Nel futuro trilioni di oggetti che si connettono, scambiano dati, misurano noi e le nostre attività umane oltreché qualunque variabile ambientale. Abbiamo già visto la nascita di oggetti e applicazioni nuove che trasformano le attività umane, anche le più personali, in informazione da condividere in modo sociale. Così la bilancia che avvisa i nostri amici se stiamo seguendo la dieta, o il bracciale che mette online i dati dei nostri allenamenti sono le nuove sorgenti con cui i nostri dati fisici quotidiani diventeranno il nanoblog non verbale e condiviso con i nostri amici? Leggere da 1000 fonti ci stanca, allora meglio vedere un'immagine e cogliere una suggestione. L'essere umano è sempre lo stesso, ed il suo cervello è grosso modo un monoprocessore diviso tra mille flussi che chiedono attenzione, sempre più capace di riconoscere e associare e sempre meno capace di memorizzare ed elaborare. Ma l'informazione non è una mera forma di energia su uno schermo, l'informazione una volta entrata nella nostra testa diventa emozione, e l'emozione deve essere scaricata ed espressa o rimane dentro e ci consuma. Qui ci si può dividere tra neo-luddisti e innovazionisti o meglio unirsi con intelligenza per capire quanto e come questa nuova e inevitabile moltiplicazione per 10 dell'informazione deve impattare sulle nostre vite. L'informazione senza una conseguente utilizzazione o decisione è inutile o forse perfino dannosa. Ci sono nuove necessità, e quindi opportunità per chi fa ricerca e chi fa impresa, di organizzare, filtrare, personalizzare, aggregare, visualizzare ed estrarre dal rumore il significato ed il contenuto.